lunedì 5 novembre 2007

Un pò di poesie...buttate lì, per gioco, per amore, perchè ci si innamora quando non si ha niente da fare...

Embrace and surrended

Vieni mia cara, noi moriamo e rinasciamo,
nella polvere della luna, dall’altra parte del cielo nero.
Credi nel mio sangue, il sangue che bagna la tua anima.
Abbracciami questa notte, abbracciami per bere il mio sangue freddo,
e addormentati nella mia anima abbracciando la mia tomba.
Abbandonami in un amore d’oblio,
la mia anima tornerà a cercarti,
quando tu e i il tuo fottuto amico,
farete un amore maledetto.

Follow me in the down

Seguimi in questa caduta, siamo in due,
eravamo due, poi uno e poi nuovamente due.
Adesso cadiamo nel profondo del nostro essere nulla,
da li saliremo per perderci in un paradiso maledetto,
dove nuovamente saremo giù per i nostri peccati d’amanti.
Svegliami quando cadremo nella nostra gettatezza di esseri esistenziali,
miseri e meschini innamorati in questo universo inquieto d’amore,
dove tutto è esistenza ma non esistenziale,
la mente viaggia veloce in questo sangue avvelenato dalle tue urla.
Un bacio per salvarci dalla croce in cui insieme andremo incontro.

Far Echoes

Lontano sento l’eco della tua immagine remota,
la tua presenza distante mi riporta la croce accettata,
in cui tu ed io ci immolammo per raggiungere quel senso di essere mai sentito,
cammini nella stanza di lui che ti conduce nella luce azzurra dell’essere esperito.
Lontano sento l’eco della tua immagine remota e sento il suono del tuo pianto,
sento che la paura che sentimmo insieme è passata,
mi ritrovo dentro un circolo della paura in cui non riesco ad trovare un uscita,
morire per rivedere il tuo sorriso imbevuto del sangue da cui tu attingesti la tua vita.
L’abbraccio nuovo, tuo e non mio mi porta alla soglia dell’essente mortale che vivo.
In questo gioco maledetto l’eco del tuo sorriso è la lama che mi accarezza la pelle,
portando sollievo e dolore nella mia gioia triste e solare.

The essence of evanescence.

La vanità della tua essenza mi inebria nel mio sorriso amaro e disilluso,
l’angelo che piangendo si pose sulla lapide fredda della mia vita mi riporta con te.
Sento la tua essenza, diametralmente distante al mio amore non vissuto,
un attacco di cuore in ogni momento mi riporta alla realtà mancata e dispersa,
nelle pieghe del mio animo.
Sarà quando la morte e l’amore si abbracceranno che potremmo ritoccarci e ri-toccarci,
sento il freddo della nostra solitudine vissuta in due letti separati da amanti morenti e sanguinanti.
Vedo il caos del tuo cuore distratto perso nell’abbraccio di un amplesso meccanico e ripetuto,
che riapre le porte del desiderio in cui fu bello perdersi e morire.

The madness of choes

Scegliemmo la fede maledetta che ci portò a piangere la causa del nostro amore mortale,
il sacramento che ci tenne nelle nostre braccia pesanti e lacerate dimostrò il suo lato vuoto,
vivemmo e andammo via, maledetti da quel bacio velenoso,
scambiato nel giardino dell’oblio dell’essere in cui era giusto perdersi,
fu il funerale del cuore mai sentito che suonò le campane del nulla.
Scegliemmo la pazzia della scelta creduta,
chiudere quella fiamma con il soffio blu che ci conduce nel turbine del peccato,
compimmo il peccato, incuranti delle correnti esistenziali che intrecciano i destini non morti e non vivi.
La tua mano non calda toccò il mio cuore non vivo nel momento in cui capimmo la follia della scelta.
Tornammo per non perderci, sapendo la vacuità di quella promessa, fragile come le vene in cui il sangue avvelenato ormai circolava.

In honor of Neruda

Il cielo piange lacrime di te,
pianto distratto, asciuto, disperato.
Lacrime di te bagnano il mio amore freddo di tomba,
lontano come un mare non solcato da essenze azzurre di esistenza.
Piango di te quello che non ho avuto.
Le mie parole mi sbattono come una nave in un mare lontano,
nero, asciutto, sconosciuto.
Riaffaccio il mio amore bagnato dalle mie lacrime asciutte di catrame,
aspetto te come un porto d’inverno attende una nave ormeggiata,
banchina di pietra fredda e solitaria,
come il mio cuore nel porto d’inverno.

The sadness

Triste come una rete da pesca abbandonata sulla sabbia,
vidi te.
Il tuo sorriso abbracciò il tuo amante distratto come un raggio che,
nell’alba fresca di un mattino di maggio,
illumina il petalo di rosa bagnato da una leggera lacrima
che pianse amara nella lontana di te.
Leggera come una spiga di grano la tua testa inclinata si lasciava accarezzare
dalla mano di lui che non era me,
me che me ne andai leggero come un onda,
un onda che ribatte e cancella l’orma di te.


Melancholy

La mia malinconia è il mare di te.
Tempo vissuto e perduto nell’abbraccio al veleno condito dal bacio dell’oblio.
Ricordo il tuo liquido caldo venire con me,
nel mondo dell’essere esperito di gioia.
Andavamo in contro alla morte credendola amore,
alla fine il mare di te mi sbattè come una zattera fredda e vana,
sull’inconscio del nulla che nelle vene mi corse.

Thinking of you

Pensai a te come il mare solcato da un vento gelido e mite.
La pioggia cadeva, scoperto il mio cuore,
dal sangue nero che bevvi in onore di te,
che venivi in un altro senza un perché.
Decisi che il volo inutile nelle braccia tue era vano,
come la neve fredda e asciutta.
Solcai il mare con le ali sporche di assenzio,
alla ricerca di quello spazio tra te,
che il destino non mi portò ad essere mai.

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