giovedì 14 febbraio 2008

In Ricordo di Marco Pantani



Sono passati 4 anni dal quel fatidico 14 Febbraio del 2004. Pantani è morto pagando delle colpe non sue, capro espiatorio di una società marcia che lo ha distrutto pian piano, come un cancro. Son passati 4 anni e ancora non si è capito nulla su quella tragica notte e su cosa sia successo all'interno di quella camera in un residence di Rimini. Sono passati 4 anni e il ciclismo non è messo molto bene. Sono passati 4 anni e l'inchiesta su Pantani è tornata agli onori delle cronaca perchè un giornalista francese ha riaperto il caso ponendosi delle giuste domande. Ci voleva un giornalista francese per far ritornare la luce su una vicenda italiana, che come tutte le vicende italiane è sempre oscura e misteriosa.

mercoledì 6 febbraio 2008

Tribute to Him


" La Morte libera dalla paura di morire"

"L'atto sessuale è una forma di meditazione, il perdersi nell'altro, per ritrovare alla fine un aspetto nascosto di te stesso.
Abbandonarsi completamente alla carne e dimenticare qualsiasi forma di spiritualità , o meglio, ricercarla nella carnalità."
Ville Valo.

"Le domande, spesso, sono molto più importanti delle risposte." Ville Valo.
"Io ho visto tutto prima, anima splendida di bellezza. E quando il paradiso diventa nero e l'inferno bianco il giusto diventa sbagliato e lo sbaglio diventa giusto... e quando l'amore diventa odio e l'odio amore. La fede diventa dubbio e il dubbio fede..."
"Beyond redemption"




Ad un mese dal concerto di Milano all'Alcatraz alcune traduzioni delle poesie musicate da Ville Valo & co.


» Amore a sangue freddo « "Love in a cold blood"
Le cosce tortuose dell'amore mi avvolgono alla ricerca della morte Infradiciato di sangue l'adorata e cara volontà si arrenderà all' Amore a sangue freddo Respirami in dolce sofferenza Amore a sangue freddo L'amore ha occhi da felino che dalla sua ragnatela risplendono nell'oscurità Demonizzati da divinazioni esaliamo il nostro ultimo respiro Amore a sangue freddo Respirami in dolce sofferenza Amore a sangue freddo Fammi uscire dalla mia miseria Amore a sangue freddo Respirami in dolce sofferenza Amore a sangue freddo Cara portami a casa Al castello fatto di teschi ed ossa Cantami una canzone per ricordarmi a che posto appartengo Tra le tue braccia, amore mio, a sangue freddo Amore a sangue freddo Respirami in dolce sofferenza Amore a sangue freddo Fammi uscire dalla mia miseria Amore a sangue freddo Respirami in dolce sofferenza Amore a sangue freddo.


» Pavimento di uccisione della passione « "Passion killing floor"
È la poesia intagliata nella carne Questo nostro bellissimo inferno Al più mortale dei peccatori ci confessiamo E lacrime di gioia riempiono i nostri occhi Siamo al sicuro dove i santi sfigurati Gridano le loro profezie di malasorte Il mio cuore è una pietra tombale, baby E fino alla malvagità facciamo l'amore Sul nostro pavimento di uccisione della passione Tra le mie braccia non dormirai al sicuro E siamo rinati con lussuria Sul nostro pavimento di uccisione della passione Al primo bacio i semi dell'odio sono stati piantati E tornati nell'oscurità fuggiamo per lasciare che i nostri cuori piangano Siamo al sicuro dove tutta la fede viene a mancare Sopravvissuti nella nostra tomba Il mio cuore è una pietra tombale, baby E fino alla malvagità facciamo l'amore Sul nostro pavimento di uccisione della passione Tra le mie braccia non dormirai al sicuro E siamo rinati con lussuria Sul nostro pavimento di uccisione della passione Il mio cuore è una pietra tombale, baby E fino alla malvagità facciamo l'amore Sul nostro pavimento di uccisione della passione Tra le mie braccia non dormirai al sicuro E siamo rinati con lussuria Sul nostro pavimento di uccisione della passione.


» Il vicolo degli amanti morti « "Dead lover's lane"
La disperazione ha una faccia e tutte queste ferite rimanere incurate Sono benedetti per uccidere e schiavizzare, tutti i cuori intorno alla volontà dell'amore Eccitati per iniziare tutto ancora una volta. Strisciando giù per il vicolo degli amanti morti Il labirinto delle memorie ha macchiato E succhio il sangue fuori dal mio cuore La paura ha un nome, scritto su di una terra sconsacrata con foglie morte Quelle parole non riescono mai a saziare la fame che lei sogna I nostri bisogni oltre la stretta del dio. Strisciando giù per il vicolo degli amanti morti ,Il labirinto delle memorie ha macchiato, E succhio il sangue fuori dal mio cuore, Urlando il nome dell'amore invano Abbracci ancora il dolore E ti perdi solo, nell'oscurità nel vicolo degli amanti morti ,Strisciando giù per il vicolo degli amanti morti Il labirinto delle memorie ha macchiato E succhio il sangue fuori dal mio cuore Urlando il nome dell'amore invano Abbracci ancora il dolore E ti perdi solo, nell'oscurità


» Dissangua bene « "Bleed Well"
Hai avuto demoni da uccidere dentro di te che gridi Con una pistola caricata di orgoglio, hai aperto loro gli occhi L’amore inganna i vivi ed elogia i morti. Nel cuore dei nostri cuori vicini alla morte noi eravamo sposi. Dissangua bene l'anima che stai per vendere per sconvolta passione Bacia e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene, Dissangua bene il cuore che stai per far venire a mancare per i motivi insani Uccidi e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene ... Nell'inferno "Nessun amore perso sotto sua volontà", ti ho sentita piangere E su quelle parole una chiesa è stata costruita per mantenere dentro il dolore Se la morte è la risposta ai misteri dell'amore Allora continuiamo a dissanguare mio tesoro fino al suono di un sogno Dissangua bene l'anima che stai per vendere per sconvolta passione Bacia e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene Dissangua bene il cuore che stai per far venire a mancare per i motivi insani Uccidi e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene ... Nell'inferno (oh yeah) Dissangua bene l'anima che stai per vendere per sconvolta passione Bacia e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene Dissangua bene il cuore che stai per far venire a mancare per i motivi insani Uccidi e dì, baby che ci stiamo dissanguando bene ... Nell'inferno Ci stiamo dissanguando bene nell'inferno.


» Sole cianuro « "Cyanide sun"
Dovremmo sapere quanto è duro smettere di piangere ognuno nella sua solitudine Separando le anime avvinghiate con queste bugie labirintiche Sono morto per te, un'ombra condannata Il mio amore, per sempre nell'oscurità E di tutti le bugie la più veritiera sei tu Così vicino al mio cuore e, amore mio In questo senso di vuoto ho fatto la mia sede Abbracciando le memorie di sogni andati da lungo tempo Un’ultima carezza dal cadavere dell’amore è tutto ciò che desidero Sotto il sole cianuro Abbiamo navigato i mari del dolore su una zattera costruita con le nostre lacrime Cercando il modo di sparire per un momento dalle nostre paure più profonde Ti annegherò in questo fiume di malinconia Per sempre nel mio cuore Nel mio amore In questo senso di vuoto ho fatto la mia sede Abbracciando le memorie di sogni andati da lungo tempo Un’ultima carezza dal cadavere dell’amore è tutto ciò che desidero Sotto il sole cianuro Sotto il sole cianuro (Saremo) Sotto il sole di cianuro (Saremo) (con questo senso di vuoto che sento) Sotto il sole di cianuro .

martedì 5 febbraio 2008

Questione sull' aborto: Germania, inghilterra, Olanda, Canada, Stati Uniti.

La discussione di ieri continua oggi. Visto che in Italia si parla sempre di marcia indietro rispetto alle novità, vediamo come funziona all'estero la legge sull'aborto: Quando si rianima un prematuro.

ITALIA:

22esima settimana: Solo cure compassionevoli
23esima settimana: Assistenza solo se efficace
24esima settimana: Trattamento sempre indicato e proseguito in realzione alla sua efficacia

GERMANIA:

22esima settimana: Solo su richiesta dei genitori
23esima settimana: Solo su richiesta dei genitori
24esima settiman: Tutti, a meno che non abbiano anomalie incompatibili con la vita

INGHILTERRA:

22esima settimana: Solo in certi casi ma a titolo di sperimentazione
23esima settimana: Valutazione caso per caso
24esima settimana: valutazione caso per caso

OLANDA:

22esima settimana: Mai
23esima settimana: Mai
24esima settimana: Se giustificabile

CANADA:

22esima settimana: Solo su richiesta dei genitori
23esima settimana: Solo su indicazione dei genitori
24esima settimana:Solo su indicazione dei genitori

STATI UNITI:

22esima settimana: Mai
23esima settimana: In casi eccezionali su valutazione del neonatologo
24esima settimana: In casi eccezionali su valutazione del neonatologo

Possiamo benissimo notare come il protocollo internazionale vigente sia molto simile a quello italiano, a dimostrazione della bontà della legge in vigore nel territorio nazionale. Anche all'estero non si pratica la rianimazione neonatale al di sotto della 24esima settimana, se non in alcuni casi ritenuti eccezzionali e si agisce tenendo sempre conto del parere dei genitori. Questo in italia, grazie al Papa Re e ai suoi lanzichenecchi , si vuole cancellare. Forse perchè i genitori italiani sono più stupidi di quelli Canadesi? O forse perchè i politici italiani sono più lungimiranti di quelli francesi? O forse perchè nelle nazioni sopracitate non hanno il Papa re?
Un consiglio; per chi ne volesse sapere di più sull'argomento gli consiglio di leggere il bellissimo libro di Valeria Parrella, edito da Einaudi dal titolo "Lo spazio bianco". Buona lettura.

lunedì 4 febbraio 2008

La questione sull'aborto.

Ormai in Italia non si capisce più niente. Tutti dicono tutto su tutti. Questo in una normale nazione sarebbe sintomo di un malessere profondo, di un malessere morale che coinvolge non solo la parte civile, ossia dei cittadini, fino a qui niente da dire ma coinvolge, ed è qui il problema, le alte sfere della coesistenza politica ma, altro problema, il dominio della chiesa cattolica nella vita pubblica dei cittadini italiani. Credo, forse a torto, che gli italiani che si siano fracassati gli attributi di sentire il santo padre ogni domenica siano, siamo, pochi. Credo, che quell'appuntamento domenicale, l'uscita dalla finestra dalla reggia di S.Pietro e l'annuncio elettorale, siano visti dai pochi italiani incazzati come un qualcosa di assurdo e di raggelante nello stresso tempo. Non solo per gli argomenti trattati dal Papa Re ma anche dal risalto che danno i media alle assurdità logiche e filosofiche che il Re d'italia riesce a infilare in pochi minuti di comizio.
Se ne parlava da tempo e adesso è arrivata. Siamo tutti contenti e felici di sapere che sulla panza del Papa Re, da tempo stava la legge 194. Che cos'è la legge 194?
E' una legge ottenuta attraverso una battaglia di civiltà, attraverso un referendum voluto con rabbia e vinto con la ragione della logica. La legge 194 è la legge che permette, "legalmente", alla donna che non desidera la gravidanza di interromperla entro un periodo di tempo prefissato dalla legge stessa che è la 24esima settimana. Già da tempo la "voce della bontà", Giuliano Ferrara, aveva promesso una moratoria sull'aborto. Sulle ali dell'entusiasmo che ha suscitato la vittoria della moratoria sulla pena di more, tutt'altro argomento, l'uomo più magro del mondo l'aveva giurata, "proporrò una moratoria sull'aborto". Non si capiva inizialmente se contro se stesso o rivolto a terzi, ma queste sono piccolezze. Si perchè se ci fossimo trovati in una nazione come la Francia, a Mr Ferrara lo avrebbero lasciato parlare sin quando non sarebbe dimagrito per inerzia. Siccome siamo Italia, la cosa ha preso una piega diversa, seria.
A questa sconcezza, fatta da un uomo sconcio, si sono aggrgati altri sconci: Paola Binetti del P.D. (occhio chi votate le prox. elezioni) e tutti i credenti lanzichenecchi che nel referendum sulla fecondazione assistita avevano avuto la loro dose di popolarità, a capo di questi tizi ci sta il Papa Re che non pago dei problemi mondiali: inquinamento, guerre, fame, disoccupazione e morti varie si mette a capo di questa armata brancaleone guidandola verso una questione che con il tempo si è mostrata essere pericolosa.
A sistemare per bene le cose ci hanno pensato ieri i ginecologi romani che, folgorati come S.Paolo sulla via di Damasco, non paghi hanno elaborato un manifesto dove affermano quanto segue:
"Il feto prematuro va rianimato anche contro la volontà della madre."
Il Papa Re non avrà creduto alle sue orecchie tedesche, risuananti ancora di marce militari naziste, ed è sceso subito in difesa, non della vita, attenzione ma dei medici lanzichenecchi che hanno fatto la sua volontà.
Il giornale del potere, "L'avvenire", in un editoriale di Eugenio Roccella proclama che: "Atto ne etico ne automatico, la pillola abortiva non ha titoli per l'autorizzazione."
Il giornale del Papa Re ha chiesto semplicemente che la pillola del giorno dopo, la Ru 486, che in Francia è utilizzata alla luce del giorno, venga fermata.
Siamo in Italia e tutto quello che sta scritto sopra è stato detto senza che nessuno battesse ciglio, l'unica reazione, all'acqua di rose, è stata quella del ministro della sanità Livia Turco che (invito a vedere il programma W l'Italia del 5 agosto 2007, la puntanta è titolata "Senza figli" per capire che tipo è quel ministro...) in un attimo di barlume mentale e ricordandosi che è ancora ministro ribatte dicendo: "La rianimazione è una crudeltà insensata contro la volontà della madre. Sfido chi vuole mettere in discussione la 194" che definisce come: "legge molto saggia e lungimirante."
I futuri vincitori delle elezioni; la Casbah delle libertà, fanno muro compatto attorno il loro idolo Papa Re e annunciano che in "caso" di vittoria alle prossime elezioni:" Bisognerà aggiornale la 194 evitando i possibili bypass." Sentire parlare di "aggiornamenti" a gente che di "aggiornato" ha solo il conto in banca mi da i brividi. In questa situazione la voce degli uomini in quanto "maschi", dovrebbe essere messa in disparte.
Di questa legge, ne dovrebbero parlare solo ed esclusivamente le donne. Solo loro possono avere voce in capitolo, questa storia li riguarda da vicino, questa storia l'hanno fatta e voluta loro. La politica e tanto meno la chiese, che di donne non ne sa un bel niente, dovebbrero stare zitte. In silenzio i "signori" politici dovrebbero ascoltare quello che le donne hanno da dire, visto che in parlamento di donne ve ne sono poche, il Papa Re non dovrebbe nemmeno fiatare. Che ne può sapere lui? che conoscenze può avere sul mondo femminile? E non solo sul piano sessuale ma anche morale, che cosa può immaginare? Lo sa come si sente una donna nel momento in cui è costretta ad abortire? Lo sa come si sente una donna che non può tenersi un figlio? Lo sa come si sente una donna che è stata violentata e da quella violenza risulta incinta? Io personalmente no, non lo so, non riesco ad immaginarlo, nemmeno sforzandomi. Se lui ci riesce ben venga ma non credo. Non ci riescono nemmeno i politici, chiusi in quelle aule oscure dove leggiferano senza sapere niente della realtà esterna a loro. E allora conviene, mai come adesso, di starcene zitti. Di far parlare le donne e non i camici bianchi che, con la scusa della rianimazione dei feti, vogliono adoperarsi per i loro giochini scientifici. Che ognuno agisca secondo la propria coscienza, che siano le donne a scegliere cosa è bene e cosa è male per loro e per i loro nascituri. Che le donne italiane diano un segnale di vita, un segnale forte, di presenza, di sostanza. Sono loro le dirette interessate, sono loro che, momentaneamente, stanno sotto il gioco di una presenza maschile che fa la loro voce senza sapere cosa significhi essere donna.
Che le donne italiane non si lascino schiacciare dal potere della chiesa, dal potere politico, che escano fuori con le loro idee, con la loro chiarezza, con la loro intelligenza, che siano loro a dare l'ultima parola. Un augurio ed una speranza infine: L'augurio è che le donne, nella loro immensa grandezza, facciano capire come stanno le cose, scendendo in piazza, parlando, discutendo, promuovendo, incazzandosi facendosi forza sulla tradizione che li vide protagoniste durante il referendum sulla 194.
La speranza è che non si lascino soggiogare dal Papa Re o dai politici, che tutto possono capire tranne l'esperienza femminile della maternità, atto supremo di vita e di bontà ma a volte anche atto di dolore, di disperazione e di scelta. Ultimanente in Italia regna la moda della spazzatura, il mio augurio è che le donne non si lascino sommergere dal putridime che i discorsi politici potrebbero gettargli addosso.
Le donne sono la risorsa più grande e migliore che abbiamo per il futuro, che siano loro a poter scegliere il futuro, per loro, per i figli e anche per noi uomini. Lontani e incapaci di intendere il loro essere madri, mogli e compagne di un viaggio chiamato vita.

venerdì 1 febbraio 2008

IN RICORDO DI FILIPPO RACITI 2-02-2007, 2-02-2008
















2 Febbraio 2007. Derby di Sicilia. Catania-Palermo.


2 Febbraio 2007. Scontri tra tifosi del Catania con le forze dell'ordine. Stato d'assedio del capoluogo etneo, guerra civile, guerriglia urbana contro tutto ciò che rappresenta la legge.

2 Febbraio 2007. Muore Filippo Raciti, ispettore di Polizia in forza al X° reparto mobile di Catania.

Oggi, ad un anno dall'accaduto niente è cambiato. Si continua a morire per le partite di calcio, come è successo a Novembre al povero Gabriele Sandri. Oggi come lo scorso anno ci saranno le stesse identiche facce davanti ai microfoni che cercheranno di spiegare i "perchè" e i "per come."A spiegare che non si deve dimenticare, a spiegare che....La voce della signora Raciti in questo anno è stata una voce di pace, di pacatezza ma anche di dolore. Dolore portato con dignità, dolore capace di insegnare e non fine a se stesso. Le immagini del funerale hanno fatto il giro del mondo, la parte civile, onesta di Catania quel giorno era tutta lì, in piazza duomo, a salutare chi, con spirito di abnegazione, aveva dato la vita. Dell'altra parte di Catania non ne vale la pena nemmeno parlarne, talmente profonda e bieca è la sua consistenza. Bastava vedere le immagini per capire chi c'èra e chi non c'era per far tornare i conti. L'assenza dei giovani è stata la cosa più dura da mandar giù.Si dice che non "bisogna fare di tutta l'erba un fascio", in questo caso viene difficile crederci. Perchè, se come dicono, la parte sana della tifoseria catanese stava dentro lo stadio, quella stessa parte non stava alle esequie dell'ispettore? Dove erano i tifosi non violenti? Quelli violenti non ci stavano, ci sarebbe mancato altro. Ma quelli non violenti? Dove stavano? dov'erano? Sono domande, lo so, che adesso non hanno senso e che forse non ne avevano nemmeno prima, Ma a distanza di un anno mi sono ronzate nuovamente nelle orecchie e mi hanno dato fastidio. Quello che si deve fare adesso è ricordare in silenzio una delle pagine più brutte della storia d'italia, ricordare un uomo, un poliziotto, uno dei tanti poliziotti che dietro il casco celeste antisommossa, dietro lo scudo in plastica ogni domenica,ogni maledetta domenica, si prende sputi, insuliti, monetine ed accendini, uno dei tanti che magari del calcio non gliene frega niente, uno dei tanti che magari lì, nello stadio nemmeno ci vorebbe stare ma che in quel giorno del 2 Febbraio di un anno fa non fece più ritorno a casa.

Dal sito ufficiale della Polizia di Stato: http://www.poliziadistato.it/

Lettera aperta alla Polizia da una tifosa di calcio:

"Interroghiamoci.Noi, i cittadini, i tifosi, tutti quelli che - saltuariamente o con assiduità - andavamo allo stadio per ritrovare quell'atmosfera festosa di bandiere che fremono al vento sospinte dalla passione per i colori della propria squadra, gli inni cantati a squarciagola, gli amici del posto accanto, i beniamini del pubblico, gli sfottò, sì, anche gli sfottò garbatamente ironici, la sana competizione, quei novanta minuti col fiato sospeso, gli arbitri a volte vituperati immeritatamente che sono il sale delle discussioni del dopo partita...Interroghiamoci su tutti quei ragazzi in divisa che la domenica vigilano sulle nostre piccole e grandi intemperanze, sul nostro circo domenicale. Ci siamo mai chiesti, noi tifosi, se non preferirebbero trascorrere questa giornata di festa con le famiglie, o magari godersi anche loro un bell'incontro di calcio della squadra del cuore, senza casco, senzagiubbetto antiproiettile, senza la paura di trovarsi ad affrontare ragazzi come loro, anzi, non come loro, perchè i nostri poliziotti sono lì per fare il loro dovere per uno stipendio non esattamente da nababbi, schierati e spesso indifesi davanti a una furia barbarica che aggredisce immmotivatamente, e assale, e insulta, e a volte uccide al grido di sloganrabbiosi, insensati e stupidi, che nulla hanno a che vedere che gli assist, le rabone, i 'cucchiai' e le girate al volo in porta.Interroghiamoci, e cominciamo, tutti, nessuno escluso, a smetterla di tacere e abbassare la testa di fronte ai violenti e ai facinorosi. Agli assassini. Impediamogli di rovinarci la festa. Di fare degli stadi dei lugubri teatri di scontro o, peggio, di guerrilla urbana.Se, come diceva Don Bosco, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, questo piccolo, grande albero che si chiamava Filippo Raciti oggi ci riempie il cuore e le orecchie di un frastuono assordante. Ma la foresta della Polizia continuerà a vegliare sulle nostre domeniche calcistiche, a stendere i suoi rami per proteggerci, a ripararci dallastupidità e dalla violenza cieca da cui chi ama davvero questo sport deve prendere le distanze. Immense. Qui, ora e subito.Tifosi veri, riprendiamoci gli stadi, e aiutiamo la Polizia a tenere lontano chi non merita di essere chiamato "sportivo" (secondo la definizione del Dizionario della lingua italiana De Mauro: aggettivo che denota lealtà e correttezza o, anche, sereno distacco nei confronti di una sconfitta, di un insuccesso, ecc.) "

Chi era Filippo Raciti.

(da Wikipedia.it)

Nato a Catania, Raciti entrò nella Polizia di stato nel giugno del 1986 come allievo agente ausiliario. Svolse la maggior parte della sua carriera in servizi esterni di ordine pubblico. Dopo aver prestato servizio presso la Questura di Catania, in forza all'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, dal dicembre 2006 era stato trasferito al X Reparto Mobile. Aveva servito per quasi vent'anni nella Polizia di Stato. Viveva ad Acireale con la famiglia.
Una settimana prima della sua morte, Raciti testimoniò circa i fatti riguardanti un tifoso fermato per intemperanze, ma lo stesso venne poi rilasciato dal magistrato inquirente. Secondo quanto raccontato da uno dei suoi colleghi, il teppista, appena rilasciato, andò a ridere in faccia all'ispettore in segno di scherno.
Raciti morì a Catania il 2 febbraio 2007, due ore circa dopo il termine della partita, a seguito di un trauma epatico causato dall'impatto di un corpo contundente non individuato, sul quale sono tutt'ora in corso delle indagini, e non, come detto subito dopo il decesso, per le esalazioni dello scoppio di una bomba carta lanciata all'interno della vettura in cui si trovava.
I mass-media per lungo tempo non rivelarono la possibilità che Raciti fosse stato investito dallo sportello del fuoristrada (Land Rover Discovery) dei colleghi che si muoveva in retromarcia, e da cui era disceso a causa del denso fumo che aveva invaso il veicolo.
La morte di Raciti suscitò forte emozione in tutto il paese e causò l'interruzione di tutti i campionati di calcio in Italia per una settimana e l'annullamento di un'amichevole della Nazionale. Un intenso dibattito sulla messa a norma degli stadi è scaturito dopo l'incidente ed ha causato la disputa degli incontri di calcio a porte chiuse fino al completamento dei lavori necessari alla messa in sicurezza degli impianti non a norma.
Raciti è stato insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria, consegnata alla moglie l'11 maggio 2007, in occasione del 155° anniversario della Polizia di Stato[10].

Onorificenze:

Medaglia d'oro al valor civile alla memoria
«Con spiccata professionalità, non comune determinazione operativa e consapevole sprezzo del pericolo si prodigava nel fronteggiare e respingere un gruppo di facinorosi tifosi catanesi, rimanendo mortalmente ferito nel corso dei violentissimi scontri. Luminosa testimonianza di elevato senso civico, encomiabile altruismo ed eccezionale spirito di servizio, spinti sino all'estremo sacrificio.»— Catania, 2 febbraio 2007











mercoledì 30 gennaio 2008

La banalità del male. Parte 2

Azuz non si trova. Il colpevole è lui, si pensa, si pensa anche che se lui non è il colpevole quello che è successo è per causa sua. Probabilmente un clan rivale al suo gli ha sterminato la famiglia e le persone che sono accorse alle urla. Azuz non c'è, non si trova.
Intanto i carabinieri proseguono le indagini e scoprono che i problemi di convivenza dei conigi Rosa e Olindo erano molto più seri di quanto potevano apparire in un primo momento. Si, perchè Rosa Bazzi è stata condannata dal tribunale al risarcimento di una somma di denaro a Raffaella Castagna che, in precedenza, l'aveva denunciata dopo che vi era stato un diverbio e Raffaella era stata colpita con uno schiaffo. Ma Azuz? dov'è?
I carabinieri indagano e scoprono che Azuz è fuori dall'Italia, in Tunisia, nel suo paese natale. Non lo trovavano per questo, Azuz ritorna e trova un italia che lo incolpa ma lui, come dimostreranno le indagini non c'entra niente.
E allora? chi ha compiuto quella strage?
Cadano tutte le certezze che, la stampa malata e l'ignoranza della gente avevano creato. E allora? chi è stato?
I Ris dei carabinieri si chiudono nella casa di Raffaella Castagna e indagano approfonditamente, trovano le armi, coltelli e randelli, la porta non è forzata, non ci sono segni di scasso ma c'è molto disordine e l'intervento dei vigili del fuoco non ha di certo aiutato.
Gli inquirenti allora cercano di stringere il cerchio attorno all'ambiente familiare, indagano sopratutto su quei due signori di provincia che la sera dell'accaduto erano a mangiare in un fast food di Como.
Viene ritrovato uno scontrino. lo scontrino testimonia che Rosa e Olindo erano a mangiare a Como.
Attenzione però, in quello scontrino non quadra una cosa. L'orario di emissione non combacia con l'ora della morte di Raffaelle, youssef e degli altri due. Lo scontrino è stato emesso dopo. Allora?
Allora è chiaro che i due non la raccontano giusta. I carabinieri si fanno dare un mandato di perquisizione per la casa e per il camper e li succede qualcosa.
All'interno del camper i ris riscontrano una macchia di sangue che corrisponde a quella di una delle vittime. Che ci fa una macchia di sangue dentro il camper di Rosa e Olindo?
Quella macchia inchioda Rosa e Olindo come i colpevoli della strage di Erba. Per i carabinieri non ci sono dubbi, ad uccidere Raffaella, il piccolo Youssef, Paola, Valeria e a ferire Paolo Frigerio sono stati loro.
Non dimentichiamoci di Paolo Frigerio. E' in fin di vita e la sua testimonianza potrebbe rivelarsi fondamentale per inchiodare o meno i due "innamorati di Erba". Se fossimo in un romanzo, qui ci sarebbe il colpo di scena, magari ribaltando tutte le ipotesi dette sin ora. Ma qui non ci sono racconti o per lo meno, ciò che si racconta è la realtà e di fantasia, a parte quella oscura del male, non se ne vede nemmeno l'ombra.
Paolo Frigerio riprende conoscenza, i magistrati provano ad interrogarlo e lui risponde come può.
Si quella sera a compiere quella mattanza sono stati Rosa e Olindo. Olindo lo riconosce perchè lo ha colpito alla gola con un fendente, poi gli si è messo sopra, stava per ammazzarlo ma la moglie gli ha fatto premura ed è dovuto scappare. Paolo è vivo per fortuna, una piccola deformazione alla carotide lo ha salvato da una morte certa.
Ormai è chiaro. Rosa e Olindo sono gli autori del massacro di Erba, i carabinieri li arrestano e li trasferiscono in carcere.
Dagli interrogatori fatti emergono fuori due figure quasi infantili, che si proteggono a vicenda, che come motivazione danno quella della tranquillità ritrovata da quando "quelli" non ci sono più, da quando quel bambino non fa più rumore e da quando quella non mette più la musica alta. Emergono fuori due persone morbose nella loro ripetitività giornaliera, lui operatore ecologico nel comune di Erba e lei donna di servizio ad ore. Dalle testimonianze i due vengono dipinti come tipi tranquilli, ammanti dell'ordine e della pulizia. Sopratutto Rosa, che dalle dinamiche ricostruite dai Ris risulta quella più spietata e fredda. E' lei ad uccidere il piccolo Youssef, a toglierlo dalle mani del marito "incapace" di toglierlo di mezzo. Prende Youssef per un braccio e lo sgozza, poi lo lascia sul divano e gli da fuoco. Olindo non ha un ruolo marginale, come potrebbe apparire, Olindo agisce da braccio destro. E' quello che tramortisce Raffaella e che cerca di uccidere Paolo Frigerio senza riuscirci.
Oggi, a distanza di due anni dall'accaduto si è tenuto il processo, sono risaltati agli occhi dei giornalisti i gesti di affetto che Olindo ha riservato alla moglie Rosa.
Gli psicologi, gli psichiatri adesso faranno manbassa, scriveranno trattati, libri, faranno convegni, riempieranno gli schermi della tv, con annesse poltrone. Cercaranno di farci credere che in fondo sono esseri normali, che forse quella sera "non erano in grado di intendere e di volere" e che per questo meritano compassione, che in fondo quei gesti testimoniano come in fondo a tanta cattiveria vi sia l'anima.
Io non sono d'accordo, non ho mai apprezzato la psicologia, per tanti motivi. Quell'atteggiamento da pseudoscienzati che assumono i suoi adepti e quelle spiegazioni mai chiare e sempre approssimative, fatte da gente lontano dalla realtà, tanto lontano da vederla a volte come da un cannocchiale al contrario. Potranno portare tomi e tomi, manuali, potranno riesumare Freud o chi per lui, potranno fare ricorso a tutte le loro diavolerie da megeri da strapazzo, da guitti di due soldi. niente e mai niente mi potrà convingere che quei gesti non sono altro che diomostrazione della banalità del male che alberga dentro l'uomo come un virus che si nasconde nei gangli o nelle viscere, sempre pronto a colpire, in ogni momento e a rientrare come niente fosse in quell'abisso che è la coscienza dell'essere umano, gettato in un mondo che non gli appartiene e che forse non gli è mai appartenuto.

La banalità del male. Parte 1


Solo il titolo del bel libro di Hanna Arendt poteva essere citato su una questione del genere.
Chi sono Rosa e Olindo? Chi sono i coniugi d'Erba? Quando scrivo qualcosa è mio vizio, abitudine o preggio di mettermi sempre nei panni di uno straniero, che dell'italia conosce poco.
Perchè questi due nomi, Rosa e Olindo sono sulle prime pagine, oggi, come due anni fa di tutti i quotidiani nazionali?
Perchè questi due nomi semplici, Rosa e Olindo se nominati mettono in soggezzione o creano reazioni sdegnate?
Che cosa è successo due anni fa? Che cosa è successo l'11 Dicembre del 2006 ad Erba, in provincia di Como?
E' successo che sono morti tre donne e un bambino e che un uomo è rimasto in fin divita in ospedale, sin quando si è svegliato dal coma, ha raccontato come sono andate le cose e la storia ha preso una piega diversa, agghiacciante, terribile, assurda ma anche banale.
E' successa, un altra cosa però, anche questa agghicciante, terribile, assurda e banale. Figlia della stupidità che vive nelle tradizione culturale italiana che vede lo straniero come diverso, come nemico, come capo espiatorio delle malefatte italiane.
Di chi sono quei quattro corpi? Di chi sono quei quattro cadaveri che vengono ritrovati dai vigili del fuoco di Como?
Perchè quei quattro cadaveri vengono ritrovati dai vigili del fuoco? Per un semplice motivo, l'abitazione ha preso fuoco. Un corto circuito, si probabile, è stato un corto circuito succede, capita più spesso di quanto si pensi, quei signori sono stati uccisi da un problema all'impianto elettrico.
I signori Rosa e Olindo rientrano da Como, sono stati a cenare in un fast food, e trovano nel condominio dove abitano, vigili del fuoco, carabinieri e ambulanze del 118.
"Che cosa è successo!" chiede allarmata la signora rosa ad uno dei vigili del fuoco, "ha subito danni la nostra casa?" si perchè l'incendio è scoppiato proprio sopra casa loro. Dalla casa in fiamme escono i quattro corpi carbonizzati più un altro in fin di vita. Attenzione però, tra quei corpi carbonizzati ve ne sta uno, uno in particolare, piccolo, molto piccolo. E' il cadavere di un bambino.
I cadaveri vengono portati all'istituto di medicina legale di Como, li saranno sottoposti ad utopsia per capire meglio. Ma nel frattempo succede qualcosa.
Succede che i carabinieri interrogano i due vicini; Rosa e Olindo, gli chiedono se conoscessero i loro vicini di casa, gli chiedono se conoscessero: Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli, Valeria Cherubini e Mario Frigerio. Si, perchè adesso quei corpi bruciati hanno un nome e cognome.
I carabinieri chiedono come fossero i rapporti di vicinato e qui sia Rosa che Olindo non nascondono timori; Raffaella, il marito Azuz e il piccolo Youssef erano insopportabili, facevano rumore, musica alta a tutte le ore della notte, non erano dei buoni vicini. Ok. bene, torniamo indietro, abbiamo detto che Rosa e Olindo conoscono Raffaella, Youssef e Azuz, il papà e del piccolo. Dove si trova adesso? perchè i carabinieri non riescono a contattarlo? Azuz in passato ha avuto problemi cn la droga, spacciava, è stato preso, arrestato, ha scontato la sua pena. Ma adesso non si trova. Dov'e? I sospetti degli inquirenti si posano tutti su di lui, coaudiuvati anche dalle testimonianze contrarie e da quello che l'autopsia rivela.
Quello che appare agli occhi dei medici legali è quanto più di terribile si possa imamginare. Raffaella, Youssef, Paola e Valeria non sono morti per un corto circuito. Sono stati ammazzati e poi gli è stato dato fuoco. Raffaella è stata uccisa a bastonate, il piccolo Youssef è stato sgozzato , Paola e la vicina Valeria sono state accoltellate. Tante, tantissime coltellate. La fine peggiore spetta al piccolo Youseff, viene sollevato per un braccio e sgozzato come una bestia. Poi c'è l'altro uomo, Mario Frigerio ricoverato in fin di vita per una coltellata che gli ha reciso la carotide senza ammazzarlo, infatti è vivo.
Appare chiaro che tutto ciò sia dovuto a problemi grossi, non le classiche liti di vicinato, si pensa che un gruppo di malavitosi extra comunitari abbia voluto far pagare qualche sgarbo ad Azouz, la firma appare probabile, troppa rabbia in quella scena del delitto. Intanto Il marito di Raffaella, Azouz, è indicato su tutte le prime pagine come il principale responsabile della strage, i carabinieri lo cercano ma non riescono a trovarlo. Per l'opinione pubblica il colpevole è lui. Spacciatore con problemi di droga e in più extracomunitario, il quadro è pronto ed offerto alla famelicità dei media e alla stupidità italiana-