martedì 5 giugno 2007

La Polonia perduta?


Adam Mickiewicz vedeva la Polonia come "il lazzaro delle nazioni" ed aveva ragione, intorno alla metà del 700 la bella terra Polacca era vittima di guerre traculente, guerre tra polacchi ed invasori che cercavano di conquistare questa sorta di "terra di mezzo" che divide l'europa dalla grande Russia.
Oggi, dopo tutto quello che "il lazzaro delle nazioni" ha visto passare sul suo corpo, viene difficile parlare di una risurrezione imminente.
Walesa e Woitila sono stati i "grandi" che hanno traghettato la Polonia nel mondo occidentale, dandogli libere elezioni, libertà di scelta politica ma anche una liberalizzazione economica selvggia, lasciandosi dietro, come ogni grosso cambiamento, rabbia e delusione ma anche speranza e miglioramenti.
Affermare che la Polonia di oggi è come quella dei carri armati, che sbarravano la strada ai metlameccanici di Danzica, ne passa; ma non tanto poi.
I polacchi sorprendono, quando alle ultime elezioni hanno avuto l'ardire di mettere a capo dello stato un ometto che sembra uscito dalla favola di pinocchio (l'uomo di burro). Il signore in questione è l'ormai famoso, purtroppo, Kaczynski che per non rimanere da solo si è portato dietro un altro ometto, suo fratello gemello, capo del governo.
Questi due signori stanno passando alla storia come i treghettatori della Polonia in un epoca buia che devrebbe far paura ai polacchi che hanno visto passare la storia sulla loro pelle.
Xenofobi, razzisti, fondamentalisti del cristianesimo, filo americani nelle questioni più abiette, negli ultimi tempi sono sulle pagine di tutti i giornali, nazionali e non, per le fantasie o sarebbe meglio dire, per le follie che sono in grado di pensare ma anche dire.
Ultima, in ordine di tempo è quella di escludere dall'insegnamento scolastico i testi dei seguenti autori (dopo aver letto i nomi vi autorizzo a telefonare al reparto di igiene mentale):
Goethe, Kafka,Dostoevskij.
Vengono ritenuti immorali padri del pensiero europeo! le loro opere hanno dato la formazione ai più grandi pensatori del mondo, hanno scritto pagine di bellezza unica ed inavvicinabile. fare ulteriri commenti mi pare superfluo, visti i nomi...
Le accuse di questa "inquisizione polacca" (mi incoraggia Marx quando affermava che la storia prima si presenta come tragedia e poi come farsa... qui siamo nel secondo caso) sono le seguenti:
Goethe: Viene giudicato da Miroslaw Orzechowsky (tenete bene in mente il nome nell'eventualità di un viaggio in Polonia oppure quando avrà l'ardire di venire in Italia) Troppo tedesco! ed immorale, perchè Faust scende al patto con il diavolo.
Kafka viene messo all'indice perchè accusato di Nichilismo, sopratutto nelle pagine del "Processo"
Dostoevskij è colpevole di aver dato spazio alle confessioni di un criminale nel romanzo "Delitto e Castigo"!
Ora, il signor Orzechowski, famoso per proibire il lavoro ai gay nella funzione pubblica e per detestare tutto ciò che odora di cultura alternativa, vorrebbe proibire anche l'insegnamento di autori immortali. se fossi in lui mi preoccuperei per un semplicissimo motivo; gli autori sopra citati sono stati già giudicati sia dagli uomini, basti pensare all'esilio che subì Dostoevski in Siberia(dove tra l'altro scrisse il memorabile "Memoria dalla casa dei morti") sia dalla storia, essa le ha dato ragione. credo che la storia starà bene attenta dal giudicare un tizio schizofrenico e omofobo che vuole toglierli il lavoro pur essendo la storia, una gran bella donna.

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