La verità è un fiume in piena che travolge tutto e tutti. La si può ingabbiare, nascondere ma non cancelare. In Italia si è molto bravi nella seconda ipotesi, cioè, cancellare. Questa volta però c'è stato poco da fare.
E' storia recente, il primo colpo di martello lo ha dato il vicequestore Fournier. Si era capito subito dell'importanza della cosa perchè in meno di 24 ore era arrivata una smentita che invece di smetire, affermava.
Affermava ed afferma che a Genova è successo di tutto. Affermava ed afferma che a Genova non sono stati i poliziotti ragazzini, o qualche sprovveduto a fare quello hanno fatto. No. Affermava ed afferma che in quell'inferno, solo delle menti fini potevano metterci mano; questori, vicequestori, commissari e.... vedremo un pò chi altro ha danzato con il diavolo quella notte d'inferno.
E' di ieri la notizia che il capo della polizia è indagato per il blitz della scuola Diaz. Le accuse sono molto gravi: Istigazione alla falsa testimonianza, per un uomo che ha studiato legge e che ha lavorato a capo della polizia di stato sono accuse pesanti ed infamanti.
Induzione e istigazione alla falsa testimonianza. La reente iscrizione nel registro degli indagati del prefretto Gianni De Gennaro sarebbe legata ad un indagine aperta nel corso del processo per il blitz alla scuola Diaz.
Si parla di un piano studiato a tavolino per scagionare alcuni e incolpare altri, (nel classico stile italico) le accuse della locale della procura a De Gennaro sono conseguenza del fascicolo per "falsa testimonianza" di Francesco Colucci che sei anni fa era il questore del capoluogo ligure. Il tre maggio Colucci viene interrogato in aula, e dinnanzi alle domande del pm era caduto in una sorta di amnesia cronica degenerativa, condita da contraddizioni e da "non ricordo" (sempre italian style) ah! dimenticavo! pure lunghi silenzi (italian style e sicily style)
Tutto ruoterebbe intorno alla presenza alla scuola Diaz , quella notte lunga dello stato italiano, dell'uomo che allora era l'addeto stampa del capo della polizia: Roberto Sgalla.
Interrogato dai pm Francesco Cardona Albini ed Enrico Zucca, nell'Ottobre del 2001 Francesco Colucci raccontò che subito dopo aver deciso la perquisizione dell'istituto- e prima ancora di fare irruzione- ricevette una telefonata da De Gennaro, che durante il vertice non si era mosso da Roma: "Mi disse di avvertire Sgalla". Era mezzanotte, l'addetto stampa a sua volta chiamò giornali e televisioni: c'era aria di arresti, di riscatto, di clamore e di sangue, aggiugno io.
Dopo due giorni di guerriglia urbana le forze dell'ordine volevanodimostrare di aver ripreso in mano la situazione.
Interrogato nel 2002 De Gennaro smentisce tale versione,(chi la dice la verità allora?non due, ma una sola è la verità), "Il dottor Colucci ricorda male" afferma De Gennaro, "Ricordo bene che ordinai sobrietà , misura e prudenza nel dare la notizia dell'evento.
Succede che sei anni dopo Colucci, interrogato perchè indagato insieme a 25 agenti e super poliziotti, ci ripensa(ancora tipico stile italiano di bassissimo livello) "Fui io a chiamare Sgalla, lo giuro dinnanzi a Dio e allo stato". Caspita!
I giudici non si fanno intenerire e lo iscrivono nel registro degli indagati ed , aggiungo io, anche nella lista di attesa di un manicomio criminale dopo quel giuramento.
Ecco che dopo Colucci arriva a fargli compagnia De Gennaro, nella lista degli indagati. Quest'ultimo accusato di aver indotto un suo subalterno a raccontare l'altra verità sulla Diaz.
Ma non è finita. ci mancherebbe! Siamo in Italia è il sipario non si abbassa mai!
Pierferdinando Casini vede nella rimozione di De Gennaro (inquisito) un "gesto di arroganza da parte della sinistra al governo."
Ma quale gesto di arroganza! Il 9 Aprile De Gennaro presenta le dimissioni al ministro dell'interno Amato. Le dimissioni vengono respinte perchè in De Gennaro "si ha piena fiducia"e che se di dimissioni si doveva parlare occorreva aspettare il 7° anno del mandato di De Gennaro.
Arroganza? io ci penserei bene ad usare quella parola, caso mai quella giusta da usare sarebbe "cmmistione".
Partono adesso le campagne di solidarietà della destra verso il capo della polizia, altro modo italiano di far vedere come si può convivere con tutti e con tutto.
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