lunedì 4 giugno 2007

Continuando Sartre....


Nel secondo racconto "la camera" Sartre con maestria disegna l'immagine di una donna che nonstante i tentativi dei genitori di strapparla ad una claustrazione che, definire alienante è poco, cerca di scivolare nella follia del marito. Eva, questo è il nome della protagonista, cerca di condividere le visioni e i comportamenti del compagno. se ne sta sulla soglia tra il mondo delle persone normali, che si allontana sempre di più e la camera al dià dela muro dove, scrive Sartre, "non ci sta nè giorno nè notte, nè stagione nè malinconia" dove il tempo ha subito un blocco, bloccando anche la vita reale.

Terzo racconto, forse il più inquietante di tutti, è "Erostrato" che oltre il titolo è il nome del protagonista. Con un assassinio gratuito vorebbe affermare il suo rifiuto degli uomini. tutto ciò sarà vano. la realizzazione dell'omicidio avverrà in uno stato di incoscienza e di annichilimento, nel momento in cui l'atto sarà compiuto, Erostrato non lo riconosce più. Non sarà uno scadalo ma un crimine che esiste.

"L'initimità" che è il quarto racconto parla della grande menzogna di Lulù, menzogna vana perchè si può far finta di niente ma non si può mentire a se stessi.

Sfuggendo al marito impotente, la donna fantastica viaggi d'evasione appaganti, al focoso amante e alla sua sessualità disinibita risponde con rassegnata finzione.

Rimane da sola tra le mura di una miserabile pensione ,dove vede la bruma delle sue fantasie farsi trasparenza senza riuscire a liberarsi da una situazione invischiante.

Lucien Feurier è l'adolescente protagonista dell'ultimo racconto; "L'nfanzia di un capo" che invece di scegliere se stesso preferisce il più rassicurantre ruolo di capo al quale la classe sociale di appartenenza lo destina.

"E' il più vicino a sentire che esiste ma non vuole, evade da se stesso, si rifugia nella conteplazione dei suoi diritti: perchè i diritti non esistono, debbono essere." anche la sua fuga si rivelerà vana.

In sostanza, alle spalle o di fronte, dal "muro" dell'esistenza non si può fuggire, questa è la chiave indicata da Sartre.

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